“Un buon presagio” di Gillian Flynn

Qualche anno fa decisi che ero in vena di psicodrammi e psicopatici, ma ancora non seguivo Hannibal e quindi decisi di buttarmi su Gone girl (sottotitolato in Italia l’Amore bugiardo). La trama prometteva personaggi deliziosamente velenosi e il regista era David Fincher, che rientra tra i registi a cui faccio un grande pollice in su da quando mi ha regalato la passione adolescenziale per Fight Club (e Brad Pitt in quella che per me rimane tuttora la sua mise più sexy). La sua versione cinematografica di Gone girl mi piacque tantissimo e presi in considerazione di leggere il libro da cui era tratto.

 

locandina di Gone girl (david fincher)

Locandina di “Gone Girl” (2014)

Io le cose spesso e volentieri le faccio con calma (molta calma), così quel gran tomo di Gone Girl ho finito per divorarmelo solo lo scorso inverno. Una meraviglia: personaggi antipatici e pieni di difetti per i quali non riesci a non parteggiare, narrati con uno stile brillante e mordace che ti tiene avvinta alla storia come un boa costrisctor.

Nonostante tutto questo, per un po’ non ho pensato di recuperare il resto della bibliografia della Flynn. Ho letto altro, poi ho avuto un momento rosa con il quale lei c’entrava come i cavoli a merenda e infine mi sono ritrovata a leggere del futuro adattamento tv del suo primo romanzo, Sharp Objects.  A quel punto sono andata a guardarmi quanti romanzi e racconti avesse pubblicato, ho cercato su Amazon quello che ho appena terminato (Dark Places) e il famigerato store online mi ha furbescamente consigliato un altro suo libro di cui non avevo mai sentito parlare: Un buon presagio, per l’appunto.

E l’ho adorato.

Un buon presagio è per molti versi un gioco e nel miglior senso possibile: la Flynn si diverte a creare una trama e un’atmosfera da classica storia di fantasmi che mi fa impazzire, e in diversi momenti ricorda il King che preferisco, quello dei racconti da brivido che ti fanno scendere un brivido lungo la schiena anche in piena afa estiva. L’inquietudine sale, sempre più dettagli vanno a tratteggiare la casa al centro della storia come un covo di orrori mentre il lettore cerca di capire quale sia la verità.

In tutto questo è impossibile ignorare la protagonista: un’imbrogliona bella e buona, molto sveglia ma con un desiderio quasi (quasi) ingenuo di entrare a far parte di quello che considera un mondo colto e benestante. Ha tutta l’intenzione di spremere la sua nuova cliente – la benestante padrona della casa degli orrori, preoccupata per gli strani avvenimenti di cui è testimone e dalll’ambiguo e nervoso figliastro – per entrare a far parte di quella che è convinta sia una cerchia di ricche matrone che passano le giornate a discutere di libri e bere vino bianco davanti al camino. Gillian Flynn sa creare creare personaggi negativi avvincenti come pochi e ha un talento incredibile nel tratteggiare fin nei minimi particolari donne argute, infami e interessanti.

Come sempre quando parliamo di lei, il ritmo del racconto sale e ti tiene incollato alle pagine fino al finale, che esplode come una piccola super nova.

C’è poco da fare: se amate personaggi femminili complessi, spesso bastardissimi e molto astuti Gillian Flynn potrà regalarvi meravigliose ore di lettura. Io adoro i suoi libri e non me ne stufo mai: a quando il prossimo?

 

 

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Giulia Magagnini

Giulia Magagnini a febbraio 2018

Giulia. Sono una sceneggiatrice. Quando non lavoro potete trovarmi con il naso perennemente affondato in un libro e la testa (dura) tra le nuvole, vere e immaginarie. Sono toscana, dipendente dal mare e affetta da Mal di Giappone.
Adoro i luoghi capaci di trasformare l’immaginazione in realtà, gli aereoporti e i cibi speziati.

Sometimes in life, a strange genre suddenly gets into the mix. What genre was your day?
A romantic comedy? A strange, but beautiful fantasy? A sad melodrama?

(Goblin)

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